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In primo luogo avvertiamo il Lettore che questa pagina verrà aggiornata, Deo favente, secondo i tempi scanditi dal Regolamento (Regulations) del Concorso. Per ora, quindi, ci limiteremo ad alcune osservazioni preliminari riguardanti il repertorio, alcune condizioni e la giuria. (In ogni caso, consigliamo al nostro Lettore di rileggere quanto scrivemmo In margine al XVI Concorso, in particolare i capitoletti intitolati Ammissione ai Preliminari, La nuova scuola pianistica vagheggiata da Chopin e Programmi.) Il repertorio.
Siamo rimasti basiti nel constatare che gli Improvvisi, i Rondò, la prima Sonata e l'Allegro de concert sono stati esclusi dal repertorio. Sarà forse l'effetto della proteina Spike?
Nella precedente edizione al povero Chopin era stata applicata una mascherina, in questa si va oltre: il suo corpus viene mutilato! Gli organizzatori del Concorso sono forse musico-cannibali? Che cosa vi è che non va negli Improvvisi, nei Rondò, nella prima Sonata e nell'Allegro de concert? Probailmente, quello che non va sta nel cervello di chi ha operato una tale mutilazione.
Anche in quest'edizione le sole composizioni per pianoforte e orchestra ammesse sono i due Concerti. Forse non si vuole che il pubblico possa apprezzare le splendide Variazioni dedicate a Tytus, la Krakowiak e la Fantasia su arie polacche?
E lasciamo perdere le scelte imposte per i vari turni.
Infine non v'è alcun accenno alle edizioni. In passato si dava spazio a qualsiasi edizione; questa volta si preferisce tacere. Ogni partecipante, invece, dovrebbe dichiarare per iscritto qual è l'edizione utilizzata per ogni singolo brano, poiché i giudici, non conoscendo tutte le edizioni, tendono a considerare errori le differenze che riescono a sentire tra quel che odono e la versione che hanno studiato.
Le condizioni.
All'art. XX.1.e leggiamo: «(Ogni partecipante alle Prove preliminari e al Concorso) permetterà all'Istituto di utilizzare le di lui/di lei artistiche esecuzioni, interviste, dichiarazioni ed immagini, in modo completo o parziale, e di operarne adattamenti, versioni abbreviate, alterazioni e traduzioni, e dichiarerà che questo loro utilizzo non sarà considerato lesivo del di lui/di lei nome; il partecipante garantirà inoltre di lasciar marcare col di lui/di lei nome e cognome le di lui/di lei artistiche esecuzioni, affermazioni, interviste ed immagini secondo quanto sopra specificato alle lettere a) e b).
Ebbene, è a tutti noto che, quando si accede per contratto al mondo dello spettacolo, la parte più debole è costretta a rinunciare ad alcuni diritti fondamentali. Chi acconsente, sa di accedere ad una bolgia infernale e, quindi, si arrangi!
Ciò che, invece, lascia di sasso è quell'«operare adattamenti (adaptations)» ma soprattutto «alterazioni (alterations)»... In buona sostanza, chi sottoscrive una tale inqualificabile condizione permette che l'Istituto possa alterare le sue affermazioni tanto da dare loro un significato contrario a quello espresso nella versione originale. Nessuna persona di buon senso potrebbe accettare una tale condizione e nessun vero artista l'accetterebbe!
Dovremmo forse sospettare che tutti i partecipanti siano disposti a subire ogni sorta di umiliazione, pur di apparire? Se così fosse, nessuno di loro sarebbe un vero artista, ma un mero pupazzo senza dignità.
La giuria.
Quando abbiamo visto i componenti della giuria, abbiamo provato un profondo senso di pietà per i più talentuosi partecipanti, perché quasi certamente saranno tutti eliminati alle Prove preliminari.
Nessuno di loro, infatti, applica i principi della nuova scuola pianistica concepita da Chopin, basata sul Belcanto e sulla qualità del suono. Molti di loro hanno suonato molte opere di Chopin, alcuni anche tutte le opere, compresi i Rondò..., ma nessuno ha dimostrato di saper cantare al pianoforte come hanno fatto taluni pianisti del passato: tutti diversi, ma tutti grandi pianisti, grandi interpreti, capaci di produrre il loro proprio suono e di far cantare il pianoforte.
Per valutare quanto questi “eminenti” membri della giuria conoscano Chopin, basterebbe ascoltare la loro esecuzione dello Studio in mi bemolle minore dell'op. 10, al metronomo indicato da Chopin e senza pedale, come voleva Chopin. Ne risulterebbe una prova inconfutabile di quanto siano lontani da Chopin.
Il colmo è che detto Studio, che, se eseguito alle condizioni dettate da Chopin, metterebbe a dura prova l'interprete, viene considerato al pari di un Notturno; in altre parole, non è mai stato capito il suo intrinseco valore tecnico. Chi riesce a ben eseguire tale Studio, può anche affrontare la terza Sonata...
Tuttavia, in mancanza di una tale prova si possono ascoltare su Youtube le masterclass, quelle disponibili almeno, di siffatti giudici esperti: sentirete fiumi di parole inutili, falsi elogi, menzogna sistematica e vuoto assoluto, mentre lo sprovveduto studente, seduto o in piedi, se ne sta lì stordito, con un sorriso da ebete, annuendo di tanto in tanto come un cavallo da maneggio.
Ci auguriamo davvero d'essere in errore; tuttavia, le premesse non fanno ben sperare. Staremo a vedere, anzi, a sentire...
(3 marzo 2025)
Alle prove preliminari, svoltesi fra il 23 aprile e il 4 maggio 2025, erano stati ammessi 171 candidati, nove dei quali, però, non si sono presentati. Il loro numero s'è così ridotto a 162. Siccome al Concorso sono stati ammessi 85 concorrenti – 19 dei quali in virtù di titoli acquisiti in altri concorsi (deprecabile consuetudine) non hanno sostenuto le prove preliminari –, da quei 162 la giuria ha estratto 66 candidati, così come un illusionista estrae dal suo cappello a cilindro un coniglio. Per capire meglio un siffatto gioco di prestigio, abbiamo preparato la seguente semplicissima tabella: ![]() nella prima colonna è indicata la nazionalità, così come appare dall'elenco pubblicato nel sito dell'Istituto;
nella seconda: numero dei partecipanti di ogni singola nazionalità;
terza: sua percentuale rispetto al totale di 162;
quarta: numero dei partecipanti eliminati;
quinta: percentuale rispetto al corrispondente numero della seconda colonna;
sesta: numero dei concorrenti, che non hanno sostenuto le prove preliminari;
settima: numero dei partecipanti ammessi al Concorso;
ottava: numero dei concorrenti (85) suddiviso per nazionalità;
nona: percentuale dei concorrenti rispetto al totale di 85. Considerando le quattro nazionalità con il maggior numero di partecipanti, cioè Cina Giappone Sud-Corea e Polonia – senza tenere conto delle nazionalità doppie –, possiamo subito notare che la percentuale dei partecipanti eliminati si aggira grosso modo intorno al 50%, tranne che per il Sud-Corea (in rosso): è il primo risultato statisticamente problematico. Se poi confrontiamo le percentuali della terza e dell'ultima colonna, balza agli occhi una sorprendente anomalia: mentre le percentuali di Cina (39%-33% circa) e Giappone (12%-14% circa) sono in parte accettabili, quelle di Sud-Corea (12%-4% circa) e Polonia (5%-13% circa) rivelano una forzatura che è apparentemente spiegata dalla percentuale dei partecipanti sudcoreani eliminati (89% circa!). Se si considera che i 162 partecipanti sono il risultato di una selezione fatta tra gli iscritti, di cui ignoriamo tutto, quell'89% non si spiega. Di qui, i dati esposti in tabella acquistano un preciso significato, che possiamo condensare in due deduzioni:
1. i partecipanti del Sud-Corea sono stati giudicati in modo confusamente severo; 2. quelli della Polonia sono stati favoriti a dispetto della qualità delle loro prestazioni; il che parrebbe indirettamente confermato dal numero anomalo delle ammissioni dirette (7).
Tutti sanno che tutte le giurie di tutti i concorsi del mondo, quale che sia il campo (concorsi di musica, concorsi letterari, appalti statali, cattedre universitarie, ecc.) sono più o meno corrotte a seconda dei reciproci ricatti – falsamente cordiali e politicamente corretti, s'intende –, che i giudici sono in grado di esercitare gli uni sugli altri. Ma dovrebbe esservi un limite imposto dalla decenza. La nostra tabella parrebbe mostrare che un tal limite sia stato superato.
Ora entriamo in qualche dettaglio per verificare se quanto suggerito dalle percentuali esposte trovi un qualche riscontro.
La sudcoreana Juhee Lim, che il 24 aprile ha suonato meglio del connazionale Kwanwook Lee (ammesso), è stata eliminata. Il 26 aprile la prestazione di Y. Prokopowicz (polacco ammesso) è stata lievemente inferiore a quella di J. Park (sudcoreano eliminato). Per la verità, andavano eliminati entrambi.
Il 27 aprile la prestazione di Zuzanna Sejbuk (polacca ammessa) è stata decisamente inferiore a quella di Yangyue Qin (cinese eliminata), e, del pari, la brasiliana I. Rodrigues Uemara, la cui prestazione non è stata nell'insieme inferiore a quella della polacca, è stata eliminata. Eliminazione “comprensibile” quest'ultima, scandalosa la prima. Una seconda eliminazione scandalosa è stata quella del cinese Hanwen Shi, esibitosi lo stesso giorno.
Nella prova del 30 aprile Yoonji Yeo (sudcoreana) insieme col giapponese Ryota Yamazaki hanno offerto le due migliori prestazioni della giornata, ma la prima è stata eliminata, il secondo ammesso insieme con la connazionale Miki Yamagata, la cui prestazione è stata inferiore a quella sia della sudcoreana sia del suo connazionale.
Il 2 maggio la prestazione di M. Basista (polacco ammesso) è stata non solo decisamente inferiore a quella di Junho Cha (sudcoreano eliminato, che ha fatto ascoltare una delle migliori rese dello Scherzo op. 20), ma anche a quella del serbo Aćimović a dispetto di talune lentezze e di pianissimi quasi inudibili.
L'eliminazione di Kwan Chai Wong, presentatosi come “individual neutral pianist”, non si spiega se non formulando ipotesi imbarazzanti; e l'eliminazione di Ul. Khandohi (23 aprile, bielorusso), che non ha suonato meno bene di D. Khrikuli (georgiano ammesso), potrebbe forse apparire come un'eliminazione “politica”. D'altro canto, la totale assenza di partecipanti provenienti dalla Russia è di per sé eloquente.
Nessuno dei polacchi meritava d'essere ammesso, ma, evidentemente, i 7 che hanno saltato i preliminari, non bastavano...
Elenchiamo qui di seguito alcune eliminazioni sorprendenti o, meglio, inique se non scandalose:
del cinese Zhiqian Lyu (25 aprile), della cinese Liya Wang (29 aprile), dello statunitense Nathaniel Zhang (1° maggio), del cinese Peida Du (3 maggio).
Per quanto riguarda i partecipanti italiani, l'ammissione di Ruben Micieli è stata raccomandata, poiché un gran numero di partecipanti, compresi molti di quelli eliminati, hanno suonato non solo meglio, bensì molto meglio. Gabriele Strata è un pianista composto, senza pretese: non è un virtuoso; la sua ammissione non è scandalosa, ma di certo egli non può sperare di vincere un premio qualsiasi; non dovrà sorprenderci, perciò, se sarà eliminato al primo turno, sempreché ovviamente non prevalga una forza estranea.
In generale il livello tecnico è risultato piuttosto elevato ai danni dell'interpretazione. Dall'espressione tragica e disperata del volto di moltissimi partecipanti, pareva che avessero ricevuto la notizia della morte della madre poco prima di esibirsi. In ogni caso, Chopin non era presente. Le Mazurche sono state interpretate come Notturni, i Notturni come marce funebri, gli Studi come brani vuoti, insignificanti, e gli Scherzi come un peso inevitabile. I pianisti che hanno cercato di capire quello che stavano suonando sono stati davvero pochi, anzi, pochissimi, alcuni dei quali sono stati eliminati. Non è improbabile che fra gli iscritti non ammessi ai preliminari vi fossero interpreti dotati.
Il premio per la miglior esecuzione delle Mazurche non potrà essere assegnato; se lo sarà, significa che i giudici avranno spostato le orecchie da un'altra parte. D'altro canto, non v'è da meravigliarsi, poiché nessuno dei giudici ha mai suonato una Mazurca col ritmo suo proprio, tanto meno il verboso presidente Garrick Ohlsson, vicino a Chopin quanto lo è il solstizio d'inverno a quello d'estate. Volete sentire il vero ritmo da imprimere alle Mazurche? Ebbene, ascoltate Ignaz Friedman: talvolta esagera, ma il ritmo è quello. Il ritmo, che non va confuso né con la divisione del tempo, né col cosiddetto rubato, o lo si sente o non lo si sente; non lo si può imitare, come ha cercato di fare Jean-Marc Luisada nella sua raccolta (DGG 435 760-2), il quale nel 1985 ottenne il 5° premio; in quella medesima edizione il premio per la migliore esecuzione delle Mazurche fu assegnato a Marc Laforet (2° premio), attuale membro della giuria; il 3° premio fu dato a Jabłoński, anch'egli attuale membro della giuria. Ma il 1° premio, nel 1985, andava assegnato a Kemal Gekić, che per il bigottismo pianistico e l'ottusità della giuria non ebbe alcun riconoscimento.
Fortunatamente, fra gli 85 concorrenti coloro che meriterebbero d'essere premiati sono presenti, ma l'attuale giuria, ahinoi, è troppo limitata per essere imparziale. Dobbiamo, alla fine, confessare di preferire un giurato corrotto ma intelligente ad uno ottuso, perché il primo sa fin dove si possono spostare i limiti della decenza, il secondo li supera sempre non per malafede ma per ottusità.
Arrivederci ad ottobre.
| [Dorno, 28 maggio 2025] © Franco Luigi Viero |